Se osserviamo una vecchia foto della facciata della chiesa di San Lorenzo ci accorgiamo che fra la canonica e la chiesa, sul lato sinistro, esisteva un fabbricato.
Dalla canonica, attraverso questo edificio illuminato da due finestre e chiamato “Il Granaio", con una scala di legno si arrivava alla cantoria, costruita sopra la porta d'ingresso della chiesa e dotata di una balaustra in finta pietra.
La Cantoria fu demolita nel 1959 per volere del parroco don Onorio Masetti.
Verso la fine del settecento in questa cantoria, in mezzo a due piccole finestre rettangolari, fu collocato un organo divenuto famoso e di cui racconto la sua storia.
Dalla "Gazzetta Toscana" del 12 Agosto 1773, si rileva che l'organo fu fabbricato da Pietro Agati, famoso organaio pistoiese, su commissione del priore don Andrea Benini da lui finanziato e di conseguenza di sua proprietà.
Nello stesso documento si ricorda l'inaugurazione dell'organo con i solenni festeggiamenti del 10 Agosto, festa di San Lorenzo.
E' sorprendente sapere come questo strumento, realizzato dall'Agati, fu perfezionato dal priore, sacerdote di grande levatura culturale, esperto di arte organaria e musicale, con l'aggiunta di un nuovo registro di “ graditissima e dolce armonia ”.
Il priore don Andrea era anche dotato nel campo della meccanica musicale, come ci ricorda il parroco di San Rufignano a Sommaia don Antonio Servolini che da lui acquistò l'organo per la sua chiesa.
In un documento del 1803 il Servolini annota: “ padre Andrea Benini; priore di San Lorenzo a Campi, uomo pieno di meriti grandi e poco noto alla repubblica letteraria per la sua umiltà e meno noto ai superiori ecclesiastici per le solite ragioni che io tacerò. ” era forse seguace della dottrina giansenista.
La passione per la meccanica organaria fu trasmessa da don Andrea anche al giovane contadino da lui istruito sia nella meccanica come pure nell'abilità di suonare lo strumento, fino al punto di superare il suo padrone e maestro.
Il contadino era Michelangelo Paoli (1777- 1854 ), divenuto poi onore e vanto del popolo di San Lorenzo.
Nel mese di Ottobre del 1817 l'organo settecentesco, restaurato da Michelangelo, alla morte del vecchio parroco, fu venduto dal nipote Rocco alla pieve di Santo Stefano a Campi dove ancora oggi è conservato.
Con questo articolo termina la pubblicazione “ La storia , la fede, la tradizione del popolo di San Lorenzo a Campi “ .
Desidero ringraziare il parroco don Ivo per la disponibilità alla pubblicazione sul sito parrocchiale, la signora Rita Frati, preziosa collaboratrice nella pubblicazione di queste memorie. Franco Masi