Il patrimonio artistico ha un importante valore non solo materiale, ma anche spirituale, per cui questa Microstoria è da considerarsi fonte essenziale per la conoscenza delle devozioni popolari.

Gli oratori, strade, tabernacoli sono muti testimoni della nostra memoria, ma purtroppo oggi non sono conosciuti o sono dimenticati. 

L'Oratorio della Madonna della Neve. Popolo di S. Cresci.

Percorrendo via Palagetta e dirigendosi verso la frazione di San Cresci, si vede sulla destra in località Padule l' Oratorio dedicato alla Madonna della Neve. 

La sua storia ha inizio nel 1711, quando Giovanni di Lorenzo di Pasquino, della famiglia Berti delle Stelle del quartiere di Santa Croce di Firenze, acquistò da Vincenzo Turriti Cappelli  un podere con casa da signore nel popolo di San Giusto, i cui abitanti dal 1680 erano inclusi nella vicina parrocchia di San Cresci.

Dai documenti del Catasto Lorenese la notizia dell'oratorio appare solo nel 1815, mentre da quelli conservati nell'Archivio  Arcivescovile di Firenze, risulta che già nel 1713 Giovanni Berti si rivolse alla curia fiorentina per ottenere il permesso di costruire un oratorio presso la sua villa.

L'8 Ottobre 1713 l'arcivescovo Tommaso Bonaventura della Gherardesca diede il suo consenso stabilendo però alcuni vincoli per le celebrazioni religiose: l'oratorio non doveva servire solo alla sua famiglia, infatti alle  funzioni potevano assistere anche gli abitanti della zona, visto che la chiesa di San Cresci, la più vicina, si trovava a più di un miglio di distanza e in caso di maltempo la strada risultava impraticabile.

Il 12 Ottobre dello stesso anno anche il parroco di San Cresci, Giuseppe Maria Mazzei, dette il suo consenso alla costruzione e quando il 25 aprile de 1714 vi si recò, lo trovò terminato e in regola secondo quanto stabilito dalla curia fiorentina. 


Giovanni Berti era riuscito a costruire, decorare e arredare l'oratorio in circa sei mesi; l'oratorio fu dedicato  alla Madonna della Neve in ricordo di un miracolo avvenuto, secondo la tradizione, a Roma il 5 agosto del 352 D.C.

Nella parrocchia di San Cresci, in passato, il 5 Agosto si onorava la Madonna della Neve con una solenne celebrazione della Santa Messa, nell'oratorio aperto per l'occasione al pubblico.

L'oratorio, a pianta rettangolare e coperto con tetto a capanna, presenta una facciata con un unico portale timpanato, sormontato dal simbolo di Cristo in pietra e da un' apertura ovale, affiancato da due piccole finestre rettangolari nella parte inferiore della facciata.

All'interno le pareti sono dipinte secondo le caratteristiche pittoriche del   l'inizio del settecento e utilizzate per creare una sensazione di maggior 

ampiezza e profondità all'ambiente stesso: gli affreschi molto raffinati decorano l'intero edificio.

Anche la copertura presenta tracce di un' antica decorazione con motivi vegetali gialli, grigi e verdi sia sulle pianelle che sui travicelli  e sulla trave. 

Sull'altare in pietra è collocato un dipinto raffigurante la Madonna con bambino e ai suoi piedi tre santi: S.Antonio da Padova a sinistra, S.Antonio Abate al centro, S.Filippo Neri a destra. 

La presenza di S.Antonio Abate credo sia legata alla nascita, nel XVI secolo, di una Compagnia del popolo di San Cresci che, per volere di alcuni nostri avi, fu a lui dedicata.Sovrastano il dipinto:un fascio di raggi dorati, il monograma MV (Maria Vergine), una colomba simbolo dello Spirito Santo. 

Questo piccolo gioiello, un frammento della nostra storia, muto testimone della nostra memoria, è stato, dopo un accurato restauro, dato in comodato da l'Amministrazione Comunale alla parrocchia di San Cresci, restituendolo così al  patrimonio della collettività.

Franco Masi.

 

L'Oratorio di S. Maria a Limite. Popolo di S.Stefano.

Nella frazione di Limite, oggi famosa  per la chiesa di S.Giovanni Battista,  meglio nota come chiesa  dell'autostrada, nei secoli passati esisteva e ancor oggi esiste un oratorio dove si conservava la statua Taumaturgica della   “Madonna Della Consolazione” opera lignea di bellissima fattura, venerata già dal 1400.

L' oratorio era un centro religioso non solo per il popolo di Limite, ma anche per i popoli confinanti di Sesto e Calenzano.

Questa venerazione era legata ad un fatto insolito che si tramandava nei secoli.

Si narra che mentre un contadino lavorava con i buoi, in un campo di proprietà della nobile famiglia Davanzati, improvvisamente i buoi si fermarono e non vollero continuare nell'aratura.

Il contadino meravigliato cercò di capire la causa di questa strana interruzione, scoprì così che nel terreno c'era una scultura lignea della Madonna con in braccio il Bambino.

Purtroppo nulla sappiamo di questa sacra immagine né la provenienza né l'autore.

La tipica credenza degli abitanti della zona ha tramandato il culto fino agli anni cinquanta del secolo scorso.

Oggi la statua della Madonna della Consolazione viene esposta nella Pieve di  S.Stefano  alla venerazione del popolo il 1° gennaio festa  di “ Maria Madre di Dio “.

Franco Masi.

 

Oratorio di S. Antonio Nbate. Località “ Le Miccine ” Popolo di  S. Lorenzo.

Questo oratorio, non più esistente dalla fine degli anni sessanta, fu costruito forse alla fine del Settecento, ma sappiamo che  una croce in ferro posta sulla facciata  testimoniava con una scritta su targa  “ Pasquale Alessi fecit AD. MDCCCXLVIII.”

In passato l'oratorio era la meta delle Rogazioni Maggiori, pie pratiche, oggi scomparse, che venivano celebrate ogni anno il 25 Aprile festa di S.Marco. 

Dalla chiesa di S. Lorenzo in processione si raggiungeva il chiesino, per  ottenere un  ringraziamento.

Le Rogazioni, dal latino rogare, (pregare con insistenza), sono antichi atti penitenziali, oggi scomparsi: si supplicava il Signore, invocando la Sua Misericordia per il lavoro e per  i frutti dei campi, come recita un verso di un'antica sequenza : ( Ut  fructus  terrae dare et  conservare digneris ).

Ogni domenica poi veniva celebrata alle nove una messa dal parroco don Onorio Masetti.

Il ricordo più bello, rimasto nella mente dei  vecchi parrocchiani, è stato l'anno santo A.D.1950, quando con una solenne processione dopocena fu portato il SS. Crocefisso dalla chiesa all'oratorio per la venerazione del popolo delle Miccine.

Franco Masi.

 

Oratorio della Villa. Localita' “ L'Olmo “ Popolo  di S.Maria.

IL 21 gennaio 1767 Carlo Luigi Viviani approva la fondazione presso il suo chiesino dell' Olmo della nuova  “ Cappellania “, dedicata alla Madonna del Buon Consiglio.

Sul documento che registra l'istituzione del titolo si fa obbligo alla nobile famiglia Viviani della Robbia di pagare alla curia 48 scudi all'anno, mentre il nuovo cappellano resta in dovere di officiare 207  messe annuali.

Per la nuova dignità concessa all' oratorio della Villa si reputa giusto il dover restaurare l'intero sacro ambiente, dotandolo anche di un elegante altare in marmo bianco con ciborio in marmi policromi.

Per questa occasione viene anche edificata la volta al centro della quale sono affrescati due angeli che portano trionfalmente in cielo il monogramma di Maria  Vergine M.

Il nuovo quadro, posto sull'altare, raffigura una dolcissima Madonna del Buon Consiglio  di pregevole scuola della seconda metà del  Settecento.

Nel 1791, vista la grande affluenza di persone alle funzioni celebrate in questa cappella, Carlo Luigi Viviani inoltra  al papa Pio VI la richiesta di poter celebrare due messe pubbliche al giorno.

La Bolla papale favorevole giunge alla Curia fiorentina il 23 settembre 1791 e viene da questa trasmessa ufficialmente alla famiglia  Viviani con lettera del 12 dicembre dall'Arcivescovo di Firenze Antonio Martini.

Oggi il chiesino, chiuso nel 1971, si trova in una  situazione fatiscente e di conseguenza inagibile.

Il dipinto della Vergine appartiene oggi  agli eredi della famiglia Viviani della Robbia-Bargagli Stoffi.

Franco Masi.