Forse hai già sentito parlare di Don Bosco. Può anche darsi che non conosca chi è questo Santo. Don Bosco nasce il 16 agosto 1815, a Castelnuovo, un piccolo paese del Monferrato, a una quarantina di km da Torino. Rimasto orfano di padre all'età di due anni, cresce educato dalla madre, "Mamma Margherita", e porta dentro il cuore un sogno: studiare per essere prete e così aiutare tanti altri ragazzi e giovani a diventare "onesti cittadini e buoni cristiani". Deve affrontare difficoltà, fatiche, sofferenze senza numero, ma alla fine il 5 giugno 1841 diventa sacerdote. L'8 dicembre di quello stesso anno incontra il primo, di una catena sterminata di ragazzi: è Bartolomeo Garelli, con il quale recita un’ "Ave Maria " quasi a mettere nelle mani della Madonna la nascita di quella che sarà la sua Opera Educativa, chiamata poi Oratorio e che troverà finalmente stabile dimora a Torino-Valdocco nell'aprile del 1846. Da quel momento Don Bosco è tutto per i suoi ragazzi. "La mia vita la spenderò tutta e solo per voi!", diceva. Ed intanto i giovani che vanno da lui diventano di mese in mese sempre più numerosi. In quella impresa educativa, sono in tanti a dargli una mano. Ma a lui viene in mente, guidato in questo da misteriosi sogni, di dare vita ad un gruppo di persone che abbraccino la sua causa a favore dei giovani. Dove prendere tali collaboratori? Dai suoi ragazzi stessi! Nasce così, nel 1859, intorno a lui e dal gruppo dei suoi più stretti giovani collaboratori, la Congregazione, denominata "Salesiana" proprio perché si ispira alla bontà ed alla cordiale carità di un santo Vescovo di Ginevra, S. Francesco di Sales. 

Nel 1875 i suoi membri, "i Salesiani" partono anche per l'Argentina e poi per altre terre, dove fondano grandi opere giovanile, educative e missionarie. Don Bosco si spegne il 31 gennaio 1888 dando ai suoi giovani un appuntamento:- “Vi aspetto tutti in Paradiso!”. Detto in sintesi: offriva loro “ Pane”, cercava di avviarli al lavoro o allo studio e insegnava loro anche la strada del Paradiso, vale a dire, quella vita piena che proviene solo da Dio. Infatti: offriva il Pane: cercava cioè, anche con molti sacrifici, di mettere a loro disposizione, se c'era bisogno, perfino i mezzi di sussistenza essenziali quali il vitto, un posto per dormire, una garanzia per la loro salute. Ma offriva loro una formazione, ossia, quei valori che contano più del pane: come la crescita in una autentica libertà, la conoscenza di sé, la fiducia nella vita, la capacità di affrontare la vita con responsabilità. L'accoglienza, l'amicizia, la fiducia reciproca,, l'allegria nelle sue svariate manifestazioni (gioco, gite, musica,...) ...erano valori educativi che cercava di creare con loro. 

Offriva loro Lavoro o Studio: cioè dava loro la possibilità di imparare un mestiere o di avviarsi in studi seri per affrontare poi dignitosamente gli impegni della vita ... 

Paradiso: offriva loro anche una educazione cristiana giovanile, simpatica. La sua attività pedagogica puntava chiaramente a portare i giovani verso Cristo. Per questo lui era diventato sacerdote e per questo non divenne un educatore qualsiasi, ma divenne un Educatore Santo che lavorava per spingere i suoi giovani verso la realizzazione integrale della loro vita, orientandoli anche verso la loro meta definitiva: il Paradiso. "Vi voglio felici di qua e di là" ripeteva, nel tempo e nell’eternità”.