Dipinto prima del restauro Dipinto dopo il restauro

 


Con l'articolo “L'antica festa della Madonna del Carmine siamo venuti a conoscenza dell'esistenza nella chiesa di San Lorenzo di un quadro attribuito al pittore Baldassarre Franceschini detto il “Volterrano" e la cui datazione più probabile sembra essere il settimo decennio del XVII secolo. Riscopriamo ora questa storia dimenticata della devozione e venerazione del nostro popolo facendo riemergere le vicende e i momenti salienti che hanno caratterizzato la sua religiosità.
Nell'inventario dell'8 dicembre del 1676, redatto dopo la morte del parroco don Andrea Palloni, si rileva che l'altare della Vergine Maria, tradizionalmente di pertinenza della compagnia di San Girolamo, non viene più associato a essa, ma ricordato come altare dedicato alla Madonna del Carmine. Questa nuova dedicazione è facilmente comprensibile considerando che, proprio presso questo altare, era stata canonicamente eretta, con Bolla del 7 Dicembre 1604 dal Generale dei Carmelitani, una Congregazione sotto la protezione della Madonna del Carmine. Nella visita pastorale dell'Arcivescovo Antonio Morigia del 1679 si specifica che l'altare “ sub Titulo S.Mariae de Carmelo Monte est ornatum cum tabula picta in qua est imago Beatae Mariae Virginis.” A seguito delle volontà testamentarie di Giovanni Domenico del fù
Francesco Bacci, risalenti al 15 maggio 1711, viene costruita nel 1740 la prima cappella in fondo sul lato destro della chiesa e all'interno viene costruito un nuovo altare sempre dedicato alla Madonna del Carmine.
Verso la metà del XVIII secolo il pievano di Santo Stefano Ferdinando Palloni redige un inventario in cui viene ricordato, finalmente senza alcuna ombra di dubbio, il quadro della “ Santissima Vergine del Carmine col bambino in collo al quale sono già state applicate le mezze corone d'argento in foglia ; inoltre compare per la prima volta una statua “ alta braccio e sesto “, anch'essa raffigurante la Madonna del Carmine, conservata in un armadio a muro ”appiè della chiesa”.
Molto caratteristica è la descrizione della statua, periodicamente portata in processione: ” Essa era addobbata con veste rossa di seta tessuta di fiorellini d'argento; al lembo della Madonna guarnizione d'oro, col manto celeste col suo velo bianco sotto, con gigliettino d'argento ed al manto gigliettino d'oro; in capo alla medesima una coroncina d'argento, al collo un filo di perle scaramazze, in petto due crocelline col suo Crocefisso, il tutto d'argento, alta due soldi di braccio; una medaglina
di filigrana d'argento e due gioiellini in petto, legato al braccio destroun anellino piccolo d' oro con pietra turchina.” La statua rimase in possesso della chiesa almeno fino al 1824, dopo tale data non compare più in nessuno degli inventari che descrivono gli arredi di San Lorenzo.
La piccola corona in argento, ancora oggi conservata in canonica, è l'unica testimonianza sopravvissuta riferibile con ogni probabilità a tale simulacro. In occasione della soppressione del patronato del popolo, viene redatto un nuovo inventario datato 31 marzo 1790, dove viene descritto per la prima volta l'altare della Madonna del Carmine nella forma che ha conservato fino ai giorni nostri. Il bellissimo altare in pietra serena scolpita, presenta al centro del timpano spezzato il
cartiglio sagomato con la seguente iscrizione “ Protectio Nostra Spes Nostra. “ e sotto la mensa una lastra in pietra serena con incisa l' iscrizione “ A.D. MDCCLXXXIII ”. Sull'altare erano collocati: “un'immagine della Madonna in una custodia con cristallo ”, da identificare con la statua processionale che nel 1759 era conservata in un armadio a muro in cima alla chiesa e ” il quadro di tela dipintovi la BVM del Carmine ” posto in un tabernacolo di legno perlato e dorato con cristallo e coperto all' interno da una tendina di seta celeste con bordo d'argento e in mezzo il monogramma M.
Il dipinto ha subito nel tempo delle trasformazioni: prima del restauro lo ricordo con un fondo completamente nero di difficile leggibilità e coperto da ex voto; ben visibili erano soltanto il viso della Vergine e del Bambino Gesù. Il 18 Novembre 1955 il quadro viene ritirato dalla Soprintendenza di Firenze, restaurato e riconsegnato il 21 dicembre. Nel corso del restauro il dipinto è sottoposto a rintelatura, ripulitura e integrazione pittorica viene liberato dai monili che erano stati
appiccicati nei secoli bucando in più punti la tela, secondo un'usanza devozionale riservata alle immagini particolarmente venerate dal popolo. Gli ex voto consistevano: in due corone in argento sbalzato una della Madonna l'altra del Bambino, una collana di perle, una catenina d'oro e un anello con pietre di cui una grande e dieci piccole. Ad oggi nessuno di questi oggetti è reperibile.
Nel 1985, in seguito ad un fallito tentativo di furto, il dipinto rintelato e arricchito di una nuova cornice è spostato dal parroco don Aroldo Carotti all'altare dell' Arcangelo Raffaele e successivamente per motivi di sicurezza viene definitivamente ricoverato in canonica e di conseguenza sottratto al culto e alla devozione secolare. Vorrei che questa memoria storica fosse di stimolo e di speranza affinchè l'Immagine sia restituita alla venerazione del popolo di San Lorenzo.
Questo è l'augurio che faccio alla nostra comunità parrocchiale sperando che le notizie qui riportate siano un' occasione per ripensare alla nostra tradizione e ricordare che la memoria fa forte un popolo perchè si sente radicato nella storia.


Da “ Memoria storica di un'antica devozione alla Vergine del Carmine
venerata nel popolo di San Lorenzo a Campi.” Masi Franco.